Chiesa e cella di San Pio presso il Convento di Sant’Egidio
Il Convento
Edificato tra il 1625 e il 1630, grazie ad una cospicua offerta fatta da un devoto in onore di S. Egidio donde derivò la denominazione della zona che è anteriore al cenobio francescano. I Cappuccini della Provincia di Napoli vi abitarono dalla fondazione fino all’anno 1867 quando il
convento fu soppresso e i Frati espulsi. Dopo la partenza dei Frati il sacro edificio passò nelle mani di Vescovi, Congregazioni Religiose e Associazioni di beneficenza finchè fu ceduto dal Municipio ai Cappuccini della Provincia di Foggia e S. Angelo che ne presero formale possesso
il 5 novembre 1900. Essi, a più riprese, vi hanno fatto eseguire lavori di restauro e di ampliamento per adattarlo a sede dello Studentato di Teologia, prima, e di Filosofia.
La Chiesa
E’ di forma rettangolare a unica nave con breve presbiterio in fondo, volta a botte e coro sulla cantoria fabbricata ad arco sulla porta d’ingresso.
Occupa tutto il lato di ponente del convento. E’ di linea sobria, ma elegante. Venne costruita contemporaneamente al convento da artisti napoletani diretti dall’architetto Giovanni Conforti. Fu consacrata il 4 ottobre 1673 dall’Arc. Foppa sotto il titolo di Maria S.S. delle Grazie e
riconsacrata dal cardinale Orsini il 31 agosto 1692 sotto il medesimo titolo. Un cenno particolare merita la cappella di S. Antonio di Padova perché la chiesa, sebbene liturgicamente abbia una diversa intitolazione, è dal popolo considerata come un piccolo santuario del gran Santo di
Padova.
San PIO a Montefusco
Il Convento di Montefusco era stato restaurato e da alcuni anni ospitava gli studenti di Teologia, quando, nel novembre dei 1908, arrivò qui anche P. Pio da Pietrelcina per continuare gli studi teologici. Erano suoi compagni Fr. Giacomo da Pietrastornina, Fr. Gregorio da Colle d’Anchise, Fr. Carlo da Pignataro Maggiore, Fr. Leone da San Giovanni Rotondo, Fr. Placido da San Marco in Lamis, Fr. Ferdinando da San Marco in Lamis, Fr. Anastasio da Roio, Fr. Guglielmo da San Giovanni Rotondo e Fr. Clemente da San Giovanni Rotondo. Il 19 Dicembre, Fr. Pio ricevette, a Benevento, gli Ordini minori e, due giorni dopo, il Suddiaconato. “Fr. Pio era quieto e calmo, anche durante la ricreazione, sempre umile, mite, obbediente… non si distingueva per impegno” (P. Bernardino da San Giovanni Rotondo); un suo compagno di studi, che raggiunse Fr. Pio a Montefusco nel 1909, ha lasciato scritto: “Da studente, a Montefusco spesso trovai fra’ Pio in coro che recitava l’ufficio della Madonna e qualche volta lo vidi con le lagrime agli occhi… era malaticcio, molto delicato, sovente visitato dalla febbre e da acuti dolori” (P. Ilario da Teano). Per quanto se ne sa, dopo il maggio del 1909, Fr. Pio non ritornò a Montefusco, anche se, il primo agosto del 1910, il suo convento di residenza era ancora questo. P. Pio conservò un ricordo bellissimo del tempo trascorso a Montefusco; nel 1914, infatti, scrisse a P. Paolino Casacalenda: “Memore di quei pochi giorni trascorsi insieme felicemente a Montefusco”. Nel 1923, quando il suo trasferimento da San Giovanni Rotondo sembrava inevitabile ed imminente, P. Pio ebbe a scrivere: “Se proprio dovete trasferirmi in un altro convento, desidererei andare in quello di Montefusco”, frase che si può leggere su una pietra posta accanto al monumento eretto in suo onore nel piazzale di questo convento. Fu innalzato dietro iniziativa e bozzetto di P. Claudio Ruggiero, il 3 ottobre del 1987. L´opera degli scultori Ivo Stagetti e Pietro Cosci di Marina dí Pietrasanta (Lu)raffigura P. Pio con i genitori e vuole essere un omaggio alla famiglia di P. Pio, rappresentato nel marmo già anziano e con lo sguardo rivolto verso la sua Pietrelcina.
Cella di San Pio
E’ ubicata nel corridoio meridionale del convento. Si presenta piccola, povera e disadorna come tutte le celle dei frati di un tempo. Per individuarla fu chiesto a P. Pio quale fosse stata la sua cella a Montefusco ed egli rispose che era la terza dopo quella di P. Guardiano.