Comune di Montefusco

Eventi e Feste

 

Periodo Evento/Festa Descrizione
3 Maggio La sacra Spina (S.S. Patrono) Festa religiosa il 3 maggio, festa civile terza settimana di maggio.
Montefusco custodisce da tempo una Reliquia della Sacra Spina donata probabilmente da Carlo d’Angiò nel XIII, fratello del re francesce San Luigi, per i servigi e la fedeltà mostrata dalla città alla corona angioina. C’è chi sostiene invece che sia stata donata dagli Aragonesi, fatto sta che la reliquia era stata custodita prima nella chiesa annessa al Convento dei Frati Minori Conventuari e poi nella chiesa palatina di San Giovanni del Vaglio. Essendo stata trafugata, una nuova reliqua fu consegnata da Michiatti ai Montefuscani. Sin dai tempi remoti, alla Sacra Spina di Montefusco sono state attribuite manifestazioni prodigiose. Tra queste la più suggestiva è quella risalente all’anno 1932 quando, come nel 2016, ci fu la coincidenza del giorno dell’Annunciazione con il Venerdì Santo, ossia il giorno del Concepimento di Gesù coincise con il giorno della sua Crocefissione e Morte. In quel giorno particolare, la Spina ha subìto delle mutazioni mostrando una macchiolina rossa come documentato da don Federico Renzullo, sacerdote della Congregazione del Preziosissimo Sangue.
A Montefusco, il 25 marzo del 2016, l’evento straordinario venne seguito da una commissione di professionisti affermati e stimati nella Chiesa Palatina di San Giovanni del Vaglio. Erano presenti il Notaio Ambrogio Romano, Presidente Ordine dei Notai di Benevento, il medico Antonio D’Avanzo, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Avellino, il medico Michelina Spagnuolo, dirigente Asl di Avellino, la biologa Daniela De Gregorio, Donatella De Bartolomeis, curatrice della pubblicazione della casa Editrice il Papavero, il sacerdote Don Armando Zampetti, Parroco della Parrocchia di Santa Maria e San Alessio di Venticano e il padre cappuccino, Antonio Salvatore, Abate Parroco della Parrocchia di San Giovanni del Vaglio in Montefusco.
Prima domenica di Agosto Festa della Madonna del Carmine
28/29/30 Agosto Fiera di Sant’Egidio e discesa della bandiera (ra’ bannera) 1416. Secondo la leggenda, due detenuti del carcere locale rubarono su commissione del Podestà di Montefusco, in cambio della libertà, il «regium vexilum» simbolo della fiera custodito dal Comune di Melito Irpino.
Giunti a cavallo presso la piazza di Melito e, fingendosi onesti mercanti, per prima cosa osservarono attentamente la bandiera che sventolava, fissata con doppie funi ad un palo. Occorreva un espediente per distrarre la gente e così i ladri si accordarono con due zingare che, dietro equo compenso, cominciarono ad esibirsi in balli e danze. Mentre la piazza si godeva lo spettacolo, i due recisero le funi che sostenevano la bandiera e presero la via di Montefusco. Li inseguirono, ma non li raggiunsero.
Uno dei due cavalli stramazzò a Calore, dove oggi passa la provinciale, quindi il cavaliere rimasto appiedato fu costretto a montare sul cavallo del compagno.
Da quell’anno la fiera si è sempre svolta nella medesima località dove, si racconta ancora, stramazzò sfinito il cavallo del secondo ladro nella piazza di Sant’Egidio facendo cadere per terra la bandiera.
Fu così che secondo il principio: «Dov’è la bandiera ivi la fiera». Si cambiò la tradizione che la fiera si svolgesse nel paese possessore del vessillo. Durante la fiera, veniva esposta merce legata principalemnte all’agricoltura e all’allevamento, poi man mano furono inseriti le varie attrezzature per la coltura. Venivano allestiti anche stand gastronomici ed era tradizione mangiare baccalà fritto, peperoni imbottiti e bucatini al pomodoro fresco. Nel tempo, forse con l’inserimento dei monaci locali, si sono affermati piatti come i fusilli alla francescana e carne di maiale con i peperoni.
4 Novembre Cerimonia dei caduti